E' noto che il consumo di alimenti di origine animale, soprattutto carne e pesce, ma anche latticini e uova, aumenta il rischio di sviluppare malattie degenerative, incluso il cancro. Questo avviene a causa della composizione nutrizionale della carne, per i suoi alti livelli di grassi animali, ferro eme, proteine animali, e altri aspetti.
In aggiunta a tutto questo, vanno considerati gli inquinanti ambientali che si accumulano negli organismi viventi, chiamati POP (Persistent Organic Pollutant, inquinanti organici persistenti). Persistenti perché, una volta diffusi nell'ambiente, vi rimangono per decenni. Oltre ai POP, altri inquinanti presenti nei cibi sono i metalli pesanti, come mercurio, cadmio e piombo. Tutte queste sostanze si accumulano nella carne e nel pesce e in generale nei prodotti animali: più in alto si va nella catena alimentare e più la loro concentrazione aumenta, in modo esponenziale.
Prima di proseguire con l'articolo…
Corsi on-line coi docenti di VegExpert e SSNV: se ti interessa la nutrizione, iscriviti!
Per esempio, l'esposizione umana a diossine e PCB deriva per il 37% dall'assunzione di latte e latticini, per il 14% da carni bovine, 5% da carni suine, 26% dal pesce, 14% da uova, carni di pollo e altre carni e solo il 6% deriva dal consumo di oli vegetali. [1]
Il dottor Michale Greger, nella sua video-lezione "La carne biologica è meno cancerogena?" esamina la letteratura scientifica su questo tema (vedi References per l'elenco degli studi esaminati) e illustra alcuni punti interessanti.
Uno studio del 2015 sul rischio di cancro associato all'assunzione di vari tipi di carne [2] ha stimato che tale rischio era talmente alto da consigliare di non dare carne ai bambini più di 5 volte al mese (contro le 60 volte al mese in cui invece tali alimenti vengono abitualmente serviti ai bambini, vale a dire a ogni pasto), escludendo non solo quella di manzo come molti erroneamente fanno, ma anche gli altri tipi, come maiale e pollo.
Un altro studio di quasi 40 anni fa [3] ha misurato il livello di inquinanti nel latte materno, scoprendo che il latte delle donne vegetariane conteneva solo l'1-2% di inquinanti rispetto a quello delle donne onnivore; veniva spiegato che questo avviene appunto perché gli inquinanti si concentrano sempre di più man mano che si sale nella catena alimentare: i vegetali ne contengono molti meno della carne e del pesce.
Un articolo del 1998 [4] ha invece esaminato il livello di diossina e di PCB nel sangue di persone vegan rispetto a quello della popolazione generale degli Stati Uniti. La diossina è presente soprattutto in carne, pesce e latticini. Infatti, i livelli di questi inquinanti nel sangue delle persone vegane era un 70-80% in meno di quello degli onnivori.
Per liberare il nostro organismo dai PCB e altri inquinanti persistenti possono volerci molti anni, invece bastano pochi mesi per liberarci dai metalli pesanti, come il mercurio, cambiando alimentazione. E' proprio ciò che uno studio del 1992 ha investigato [5]: dopo soli 3 mesi dall'esclusione di carne, incluso pollame, pesce, e uova dalla dieta dei partecipanti allo studio, il livello di metalli pesanti - mercurio, cadmio, piombo - nell'organismo è diminuito del 30%.
Uno studio recente, del 2017 [6], ha poi cercato di rispondere alla domanda: "Che succede se si consuma carne biologica?". Per legge, gli animali di allevamenti biologici sono nutriti principalmente con mangimi privi di pesticidi e di sottoprodotti animali. I ricercatori hanno esaminato 76 campioni di carne, biologica e convenzionale, quantificando i livelli di 33 differenti POP considerati cancerogeni.
Quello che hanno scoperto è che "le differenze tra carne biologica e convenzionale erano minime" e che, per quanto riguarda la quantità totale di inquinanti ambientali assunti con l'alimentazione "le attuali assunzioni superano i limiti massimi in entrambi i casi". La loro conclusione è stata che "il consumo di carne biologica non solo non sembra diminuire il rischio di cancro, ma a volte il rischio è ancora più alto", nel caso della carne d'agnello, in particolare.
In definitiva, pensare che i prodotti dell'allevamento biologico non abbiano e gli stessi problemi di quello intensivo e siano quindi una soluzione, non è corretto, né dal punto di vista etico (gli animali soffrono comunque e vengono macellati allo stesso modo), né da quello ecologista (gli allevamenti biologici hanno lo stesso impatto ambientale di quelli intensivi), né da quello della salute (tutti i problemi legati al consumo di carne e ingredienti animali rimangono invariati).
L'unica soluzione, per evitare tutti questi problemi, è evitare il consumo di qualsiasi prodotto animale (carne, pesce, latticini, uova), di qualunque genere sia l'allevamento da cui proviene, inclusa la pesca in mare.
References
Hai trovato utile questo articolo?
Per ricevere un mail quando vengono pubblicati nuovi articoli, e ricevere materiali gratuiti in PDF, iscriviti al sito.