Consumo di pesce e rischio di diabete: due fattori strettamente collegati
14 maggio 2019

Il dr. Michael Greger, medico esperto in nutrizione plant-based, spiega, in una delle tante video-conferenze del suo sito informativo "Nutrition Facts", il legame tra consumo di pesce e rischio di diabete: consumare pesce, anche in quantità non elevate, aumenta il rischio di sviluppare il diabete e, in chi è già malato, aumenta il rischio di complicanze. In particolare questo si verifica per il pesce grasso, come il salmone (specie se d'allevamento), proprio quello che si consiglia di consumare per i suoi contenuti di omega-3.

Uno studio del 2006 (vedi bibliografia completa in calce) ha collegato l'assunzione di tossine industriali col rischio di diabete e successivamente i ricercatori di Harvard hanno determinato che gli inquinanti persistenti (così detti poiché rimangono nell'ambiente - ma anche nel nostro organismo - per decenni), come l'esaclorobenzene, sono fattori di rischio per questa malattia.

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Studi successivi hanno dimostrato la stessa cosa, il che ha portato i ricercatori a concludere che "il passato accumulo e la continua esposizione a questi inquinanti persistenti può essere un potente fattore di rischio nello sviluppo del diabete".

L'esaclorobenzene si trova soprattutto in salmone e sardine, assieme ad alti livelli di PCB, secondo quanto determinato da un'indagine nei supermercati statunitensi. Anche se molti di questi composti sono stati vietati già dagli anni '70, essendo essi persistenti si trovano ancora nell'ambiente e continuano ad accumularsi negli animali, e poi negli esseri umani che se ne cibano, per decenni, fino a 75 anni.

Inoltre, dato che il sovrappeso è sempre più diffuso, e che questi composti si accumulano soprattutto nei grassi, ecco che il loro accumulo e tossicità aumenta. In pratica, il nostro grasso corporeo può essere "una fonte continua di esposizione interna, perché questi inquinanti vengono rilasciati dal grasso ed entrano in circolazione".

Altri inquinanti presenti nel pesce sono il mercurio e la diossina: l'esposizione simultanea a questi due elementi aumenta il rischio di sviluppare il diabete.

I contaminanti ormai sono presenti nell'ambiente, non si possono eliminare. Ma si può evitare di consumare gli alimenti che li contengono, cosa non difficile, visto che si accumulano nel grasso degli animali, in particolare dei pesci.

Si sente spesso parlare del consiglio alle donne in gravidanza di evitare il consumo di alimenti come il pesce, che contengono elevati livelli di mercurio e altri inquinanti. Ma, concludono i ricercatori, "visto che queste tossine si bio-accumulano nell'organismo per molti anni, evitare l'esposizione solo durante la gravidanza non proteggerà il bambino e le future generazioni dagli effetti dannosi di queste pericolose sostanze chimiche".

Evitiamo allora di consumare pesce, sempre: non contiene nulla di utile che non si possa trovare nei vegetali e contiene molto di pericoloso.

Fonte:

Dr. Michael Greger, Pollutants in Salmon & Our Own Fat, maggio 2014.

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